"Ritorno alle origini" parte 4
L’ennesimo tassello è stato aggiunto alla teoria dei due ceppi differenti….. cioè l’individuazione della probabile fonte proteica di alimentazione. Non resta che convalidare la teoria e verificare di persona lo spot.
Mi capita qualche giorno di inizio settembre per andare sul posto e grazie ai livelli bassi dell’invaso ho anche la possibilità di segnare con il gps quelle zone che in condizioni normali sono sommerse. Ho soprannominato il luogo “ Testa di Batman” per via della conformazione della costa che dall’alto ricorda il copricapo del supereroe , con le “orecchie” che corrispondono a due promontori paralleli che protendono verso il largo. Guardando il lago sull’orecchio alla mia sinistra ho la tipica serie di scalini.
Quello che precede una discesa ripida verso il centro ha 4/5 metri di piano a fondo sabbioso, in prevalenza tufo , e con i livelli normali ci saranno 7/8 metri di profondità …..potrebbe essere lo spot ideale. Dalla parte destra ho più o meno la stessa conformazione a gradoni, ma la zona è caratterizzata in prevalenza da sassaie, ambiente preferito dai granchi.
Ho dietro solo il minimo indispensabile per qualche ora di pesca e sono consapevole che si tratta più di un esplorazione che una pescata. Lancio comunque due canne ai lati della lingua di terra utilizzando le Xfile per la traccia proteica al pesce e le KC1 per un approccio più naturale ….ma come mi aspettavo solamente qualche beep della minutaglia e molte lenze incagliate nelle sassaie . Tutto come pronosticato, ora basta aspettare il momento giusto per una sessione seria……
Come solitamente accade l’occasione si presenta in un periodo che non avrei scelto come il migliore ma, forse era destino. Facebook mi ricorda che esattamente sette anni prima tutto è cominciato e ancora non si è arrivati ad un epilogo. Una strategia a lungo termine nel vero senso della parola che questa volta mi vede posizionato proprio di fronte a dove ero stato la prima volta. Circa 100 metri mi separano dalla riva e sono tutti in discesa, una ventata di ottimismo e adrenalina mi fa dimenticare il “culo” che dovrò farmi per riportare l’attrezzatura alla macchina a termine sessione.
Mio cugino Claudio non è ancora arrivato e io ho già portato giù tutto.
Lascerò la parte destra a lui in modo da sfruttare i terrazzamenti tra le sassaie mentre io mi manterrò sulla sinistra e pescherò su un tratto pianeggiante e sabbioso proprio sull’orlo della zona che scende a picco fino a spianare a una trentina di metri di profondità. Inizio una pasturazione sui segnalini a base di isoteck e fioccato misto a pellet … tutto imbevuto nel liquido attrattivo “ Active ” …. circa 10 kg di boiles finiscono in acqua. Controllo il tappeto di esche sul fondo di circa 8 metri con la videocamera e mi accingo a calare tutti i terminali alternando inneschi di 20 mm singoli e doppi della linea “Supreme” con H72 da 24 mm.
Non resta che godersi il momento riflessione , una rigenerante attesa la cui colonna sonora è il frenetico frinire delle cicale.
Non posso esimermi dal citare l'aspetto conviviale e la consueta grigliata con amici d'infanzia e parenti.....con la graticola dimenticata a casa. Sarà che su queste sponde ho trascorso la mia infanzia e adolescenza da giugno a settembre....ma hanno il potere di ricaricarmi cuore ed anima ogni qualvolta io ne senta il bisogno....
Il primo avvisatore a suonare è quello di Claudio e lo fa in piena mattinata. È partita la canna posizionata sul primo gradino a 4,5 mt con una regina tra i 4 e i 5 kg, la taglia non è enorme ma sicuramente la media di peso è superiore al periodo pre moria. Le catture continuano con una certa costanza e su quella media di peso.
Però le cose sono completamente cambiate dall’ approccio di anni prima, meno attività e taglia media aumentata. Do un occhiata al fondale sotto i segnalini e non c’è alcuna traccia di palline. Faccio fondo alle ultime scorte,anche perché rimane l’ultima notte, e il resoconto della giornata al team. Nicholas mi suggerisce di posizionare una canna proprio lungo la risalita che spiana oltre i venti metri di profondità . La sua intuizione è semplice e geniale “ perché mai le carpe di taglia dovrebbero preferire sfregare la pancia sui sassi per alimentarsi quando potrebbero farlo più semplicemente su un piano inclinato ?” Seguo il suo consiglio e posiziono la canna sulla discesa a 13 metri. Appena fa buio, durante la cena, arriva una partenza sotto il segnalino di destra….. segno evidente che la recente pasturazione stava dando i suoi frutti. Il pesce mi viene incontro e in pochi minuti è nel guadino.Una volta nella culla per la slamatura mi accorgo che ha qualcosa di diverso, ha una forma più arrotondata e la classica “gobba” . Anche il peso di 7,5 kg era il maggiore della sessione. Se la cattura fosse avvenuta di giorno avrei potuto vederla meglio e fare qualche foto più particolareggiata. Comunque la cattura è avvenuta su una BK30 (banana krill) . La scelta di differenziare il tipo di boiles rispetto a quello fino ad ora utilizzato ( pesce e monster crab) ha prodotto dei risultati diversi, probabilmente il tipo di proteina contenuta nelle BK30 si avvicina di più a quello contenuto nei “Crabs” presenti nel bacino.
Sembrerà la scena di un copione già scritto ma nel cuore dell’ultima notte parte proprio la canna posizionata dove Nicholas mi aveva detto. Sulla ferrata sento che il pesce è un po’ più pesante del precedente, dovrei uscire in barca per evitare delle rocce subito prima della discesa che avevo visto durante i livelli bassi, ma da solo e con il vento di traverso, non me la sento di rischiare ,quindi il pesce rompe la lenza. Ci può stare un epilogo del genere, un pesce, per quanto importante , non vale il rischio della propria incolumità.
Pensavo di chiudere qui la storia ma mi rendo conto solo di aver aggiunto qualche “input” in più alla strategia: preferenze, quantitativi e spot.
Dovrò rimandare l’ultimo capitolo cercando di far incastrare tutti gli elementi raccolti nel corso degli anni con le variabili meteo e periodo.
A presto.
Pietro Cicchetti TEAM FBI