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Ritorno alle origini parte 2

di Pietro Cicchetti il Jul 15, 2023

Ritorno alle origini parte 2

  “RITORNO ALLE ORIGINI” Parte 2

  Tra sogno e realtà

 Mi guardo intorno,mentre un vento caldo  increspa le acque del lago portando di tanto in tanto  un intenso profumo di origano che da queste parti cresce spontaneo.La sponda alla mia destra presenta un  paesaggio è surreale, il vento e la pioggia,nel corso degli anni  hanno levigato le sponde di tufo creando forme degne di uno scultore.

Mi chiedo quante cose possano aver visto quelle conformazioni nel corso dei secoli e il mio pensiero va a quegli scritti che ho letto e che collocano la battaglia di Canne tra romani e cartaginesi proprio in questa vallata.Alcuni studiosi hanno analizzato le opere degli storici latini trovando delle indicazioni che confermerebbero questa teoria:

 LIVIO - Libro XXV, CAP. XII: La prima profezia vaticinava il disastro di Canne pressappoco con queste parole: "O discendente dai Troiani, fuggi il fiume Canna, perché gente straniera non ti costringa a venire a battaglia nella pianura di Diomede. Tuttavia tu non mi crederai, finché non avrai riempito di sangue la pianura, finché il fiume non porterà dalla terra feconda al vasto mare molte migliaia di tuoi morti; la tua carne deve diventare cibo per i pesci, per gli uccelli, per le fiere che popolano le terre". E quelli che avevano militato in quei luoghi riconoscevano i campi di Diomede di Argo e il fiume Canna, così come riconoscevano il disastro stesso.

APPIANO - Libro VII,XX: Annibale considerando primieramente come sul mezzo giorno spirava per ordinario in quei luoghi un euro procelloso, prese un tal verso ove alle spalle gli fosse quel vento. Di poi su per un monte arborato e vallicoso mise in agguato soldati leggieri e a cavallo, con ordine che venuti gli eserciti alle mani, e sorto il vento, uscissero alle spalle dei nemici.

APPIANO - Libro VII,XXII: Intanto altre schiere africane, simulando fuggirsene ai monti, davan grandissimi gli urli.

PLUTARCO – VITE PARALLELE, Fabio Massimo, 16. In quella battaglia Annibale si servì di due accorgimenti strategici. Il Primo fu di scegliere il luogo dello scontro facendo in modo che i suoi soldati avessero alle spalle il vento, che si era scatenato simile a un turbine infocato e, sollevando dalla pianura piatta e sabbiosa un acre polverone al di sopra dello schieramento cartaginese, lo spingeva contro i Romani e li colpiva in pieno viso costringendoli a voltarsi e a scompaginare le loro file.

PLUTARCO – VITE PARALLELE, Fabio Massimo, 15. … ma Annibale, dopo aver comandato ai suoi di prendere le armi, a cavallo con pochi uomini a suo seguito, salì su un piccolo poggio per osservare i nemici che già stavano prendendo i loro posti nelle file. … Questo motto di spirito inaspettato li fece ridere tutti ed essi, scendendo dal poggio, lo riferirono a quelli che a mano a mano incontravano, così che molti ne risero di cuore e nemmeno quelli della scorta di Annibale poterono trattenere la loro ilarità.

SILIO ITALICO - LIBRO VIII,349: Così mossi da diversi pensieri muovono i condottieri e già il Fenicio occupa le terre indicategli dalla Dea e si prepara a battaglia nei piani dell'Etolia.

SILIO ITALICO - LIBRO IX,300: Gli immortali si posero chi sulla cima dei vicini monti chi sulle alte nubi attendendo la battaglia. Il cielo rimase solitario.

SILIO ITALICO - LIBRO IX,466: La Dea divelta dal vicino monte un'enorme pietra l'avventa spietatamente contro il Dio onde al fracasso che rimbomba lontano tremano le spiagge di Sasone.

SILIO ITALICO - LIBRO X,524: [Annibale] Cosi disse e comandò che allo splendore dell'aurora del giorno seguente si desse sepoltura ai compagni morti e si inalzasse alto un mucchio di armi e si incendiasse in onore di Marte. Frettolosi, sebbene stanchi, i Fenici obbediscono. Si disperdono intorno ad abbattere i boschi e sui colli frondosi si odono risuonare i colpi delle asce e cadono recisi dalle braccia vigorose roveri e pioppi alti dalle bianche fronde ed elci piantati nelle antiche età, si abbattono insieme querce e cipressi che ombreggiano mesti le tombe. E tutti gareggiando (pietoso ufficio ed inutile ai morti) innalzano quindi i funebri roghi fin quando Apollo tuffati i cavalli anelanti nelle tartessie acque disparve dal cielo e dietro il suo carro salì la notte con le profonde ombre. Non appena i primi fulgori fetontei riscintillarono ed ogni cosa riebbe il suo colore, arsero le fiamme ed i corpi stillanti putredine bruciarono in terra nemica.

In effetti la battaglia,come riportato dai libri di storia,viene collocata sul fiume Ofanto (più a sud) e il paesaggio,in prevalenza pianeggiante,poco coincide con la descrizione degli autori latini.In particolare le varietà di piante che viene citata nei versi calza a pennello con l’ambiente circostante e effettivamente il vento si incanala e si concentra aumentando di intensità nelle due vallate . In più i racconti dei pastori della cascina sul monte alle mie spalle (unici esseri umani incontrati nei tre giorni...)che raccontano di tunnel scavati nel tufo che nelle stagioni di particolare siccità,vengono alla luce con il ritirarsi delle acque, e dei ritrovamenti fatti da loro stessi di vasellame e metalli lavorati.Insomma tutti gli elementi per sognare. E allora vai con la fantasia immaginando carpe enormi che nuotano tra zanne di elefante fossilizzate e chissà quali altri segreti che le acque del lago di Occhito custodiscono nelle profondità.............

 Iniziano le danze.

Adistanza di due ore da un abbondante pasturazione il primo segnalatore comincia ad urlare e la canna innescata con lo snowman 20/15 di 666 a sobbalzare sul pod.Non c’è male come inizio,soprattutto perchè alle più naturali granaglie,le carpe hanno preferito le boiles ma nonostante una resistenza incredibile una reginetta di piccole dimensioni arriva a guadino. Ad intervalli piuttosto regolari le partenze continuano su tutte le canne posizionate sulla linea di pasturazione e a tutte le profondità fino alla soglia dei 20 metri. Anche le Hipnosys cominciano a produrre partenze ma la presenza di carpe di piccole dimensioni è notevole e queste rosicchiano le palline da venti millimetri fino a ridurre alle dimensioni necessarie ad essere aspirate. E’ ora di procedere con il seguito della tattica che mi ero prefissato,quindi proverò a far selezione attraverso le dimensioni degli inneschi. Per prima cosà eliminerò gli inneschi a granglie puntando esclusivamente sulle boiles.L’innesco doppio con le hipnosis verrà imbevuto nello spider nero e pralinato con le micro emopellets mentre l’omino di neve,ridimensionato con una pop up anch’essa da 20mm,verrà ricoperto da più strati di junkie pink alla frutta.Per ultimo il jolly,cioè un pallettone da 28 millimetri fatto con il fruit mix aromatizzato alla banana,imbevuto nello spider bianco e ricoperto sempre dall’ineguagliabile polverina rosa.

La scelta di maggiorare le dimensioni dell’esca da i suoi frutti,infatti le partenze diminuiscono di frequenza mentre aumenta seppur di poco la dimensione del pescato. Dopo ogni abboccata lancio con il cobra una decina di palline intorno ai segnalini e mi accorgo che è sufficente questo quantitativo per mantenere attive le carpe. Ho anche un paio di rotture del terminale ,segnale che la carpa allamata era di dimensioni superiori alla media e in mezzo a quella miriade di sassaie ha avuto la meglio....ma mi sto divertendo moltissimo sia per la frequenza delle partenze,sia per la combattività del “ceppo sudista”.Ogni partenza è un salto della canna sul pod e la conseguente scarica di adrenalina mi appaga completamente.

Sono anche soddisfatto di come si sono comportate le boiles scelte per la battuta,sono state riconosciute molto rapidamente come fonte di alimento tanto da superare il più naturale innesco a granaglie.Dal punto di vista meccanico,pur essendo sottoposte a innumerevoli attacchi dalle carpe più piccole in frenesia alimentare,hanno mantenuto un ottima tenuta sul capello trovando il giusto compromesso tra velocità di attrazione e consistenza. Caratteristica fondamentale che ne permette l’impiego sia in acque pressate che in acque tutte da scoprire come quelle di Occhito.

 A conti fatti la sessione è da catalogarsi tra quelle da raccontare,forse è mancato qualche chilo in più tra la taglia media ma credo che per questo ilperiodo  abbia giocato un ruolo fondamentale.  Sono sicuro che le specchione dei miei ricordi,ci sono...hanno adattato il loro comportamento ai mutamenti che l’uomo ha provocato nel corso degli anni e alle forme locali di  bracconaggio magari stabilendosi in zone o profondità al di fuori della portata di questi ultimi. Tutto sta a trovarle e prima o poi le sponde di Occhito mi ospiteranno nuovamente. Questa volta non è stata la ricerca della big a determinare la mia meta ma la ricerca del mio istinto primordiale di carpista allo stato brado.........................

Pietro Cicchetti 

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