Riflessioni Invernali " Presente & Passato" di Perin Ermes
di Tommaso Cappuccio il Mar 15, 2023
RIFLESSIONI INVERNALI “presente e passato”
di ERMES PERIN
La stagione invernale è il periodo più impegnativo per la pratica del carpfishing, tanto che le sessioni di pesca diventano delle vere e proprie sfide con la natura. In questo articolo vorrei condividere alcune esperienze dirette, basate su numerose ore di pesca invernale, con la speranza che possano essere dei buoni consigli per le vostre prossime sessioni. Tutte le considerazioni a seguire, sono delle riflessioni personali e non hanno nessuna pretesa di essere verità assoluta e/o di avere una comprovata conferma scientifica. I ciprinidi, come del resto tantissimi altri animali a sangue freddo, cambiano il loro “comportamento” in funzione delle stagioni, modificando il modo di alimentarsi e l’attività motoria. Per questi motivi, il cambiamento delle stagioni e di conseguenza quello della temperatura, devono essere il punto di partenza, verso un cambiamento quasi radicale, nel “comportamento” da tenere durante le sessioni di pesca.
Arrivati a questo punto è doverosa una precisazione: nel carpfishing l’inizio dell’inverno è da considerarsi tale, quando cominciamo a vedere le prime gelate, seguite da un “brusco” calo della temperatura esterna con il conseguente raffreddamento dell’acqua. Tutto questo provoca una temporanea riduzione dell’attività alimentare e motoria delle carpe, che dura fino a quando la temperatura dell’acqua si sarà stabilizzata o subirà leggere escursioni termiche. Vista la complessità e la “tecnicità” degli argomenti trattati, ho pensato di suddividere in più parti la stesura di questo articolo. Vedremo, nello specifico, quale potrebbe essere il miglior approccio per avere dei buoni risultati, nell’affrontare la pesca invernale. Parlerò delle zone di stazionamento e di alimentazione delle carpe, di quali sono le boilies, le particles, i tipi di mix, gli aromi e altri componenti più adatti al periodo freddo. Ovviamente un paragrafo va dedicato anche ai prodotti e relativi metodi di pasturazione.
Zone di stazionamento e alimentazione
In inverno, a causa della scarsa attività dei ciprinidi, l’individuazione dei settori più "proficui" per la pesca o meglio l’individuazione delle zone di stazionamento e d'alimentazione delle carpe, non è sicuramente una cosa molto facile. Per questo motivo, dobbiamo rifarci all'esperienza accumulata nel periodo estivo ed autunnale, preferendo le aree di pesca che già conosciamo e che abbiamo preparato pasturando adeguatamente per tutto l'anno, facendole diventare così, delle vere e proprie zone di alimentazione. Se durante il periodo estivo ed autunnale, non avete avuto la possibilità di preparare degli spot per la pesca invernale, dovete cercare quei settori (zone di stazionamento) “ricchi” di alimentazione naturale, dove nel fondale ci sono numerosi ostacoli e ripari quali per esempio: rocce, tronchi, erbai e rami. Su queste zone e anche in prossimità dei sotto riva, con una buona profondità dell'acqua e al riparo dai venti freddi, le carpe si radunano in branchi e vi rimangono per quasi tutto l'inverno. Da non trascurare, inoltre, anche le aree vicino agli sbocchi di piccoli affluenti, che oltre ad essere ricche di ossigeno, sono caratterizzate dalla presenza di parecchio cibo naturale (zone di alimentazione), per effetto del continuo depositarsi di "materiali vari". Nel periodo invernale, durante le ore diurne, soprattutto nei giorni di sole, vi consiglio di pescare anche in acque poco profonde e soleggiate, perché in queste zone, le carpe vi stazionano per un brevissimo periodo, con il fine di ricavare beneficio dal calore emanato dai raggi solari. Nelle ore notturne, invece, visto che la temperatura dello strato superficiale dell'acqua tende a raffreddarsi velocemente, è consigliabile pescare nei settori dove l'acqua è più profonda e la temperatura della stessa è meno influenzata dagli agenti atmosferici esterni ed è, inoltre, "mitigata" dal calore che emana il fondale. Questo "fenomeno" e quindi la variazione della temperatura dell ‘acqua è direttamente proporzionale con l'aumentare della profondità.
È chiaro che nel periodo invernale, dovete preferire quei piani d'acqua dove avete la certezza di una presenza numerosa di ciprinidi, perché più popolato è l’ambiente acquatico dove pescate, più grande è la competizione alimentare dei pesci, e maggiori sono quindi le probabilità di cattura. Sono comunque da preferire quei luoghi facilmente raggiungibili, che ci danno la possibilità di pasturare e/o pescare almeno una volta la settimana, in modo da abituare le carpe ad una costante presenza di cibo. Prima di passare ad un altro argomento, vi ricordo che non tutte le acque e non tutte le zone sono adatte alla pesca invernale e solo un'attenta e scrupolosa ricerca e una meticolosa preparazione degli spot, ci darà la possibilità di catturare anche in condizioni estreme
Prodotti e tecniche di pasturazione
Il primo cambiamento da fare nel periodo invernale, rispetto alle stagioni più calde (quando la frenesia alimentare dei ciprinidi raggiunge i massimi livelli), è quello di pasturare con dosi ridotte, in settori ben definiti e con un raggio d’azione limitatissimo, utilizzando, possibilmente, esche che possano "stuzzicare" l'appetito delle carpe. Con una pasturazione "ridotta" e "concentrata", riduciamo la quantità di prodotti a disposizione dei ciprinidi per la loro alimentazione e abbiamo, quindi, la certezza matematica che, una volta arrivata nella zona pasturata, la carpa possa cadere nella tentazione di "gradire" anche le boilies d'innesco. I metodi da utilizzare per la pasturazione, che deve essere fatta con una precisione "chirurgica", possono essere suddivisi in tre macro categorie. Il primo caso riguarda le sessioni di pesca a media e lunga distanza, dove siamo “costretti” ad utilizzare il natante per la posa dei terminali e per la pasturazione del settore individuato. In questo caso, durante la pasturazione, possiamo utilizzare una quantità limitata di una miscela composta da: attrattori, stimolatori, sbriciolato di boilies, pellets e mini particles . Nel secondo caso, invece, per le sessioni di pesca e la pasturazione a breve e corta distanza, possiamo impiegare sacchetti o retine di PVA, riempiti con pellets e/o sbriciolato di boilies, il tutto preventivamente “bagnato“ con prodotti PVA Friendly, tipo gli ACTIVE LIQUID di FBI BAITS . Questi prodotti sono estremamente versatili, tanto da poter essere applicati sulle boilies, sulle pellets, sulle granaglie e nei method mix, il tutto con il fine di aumentare l'attrattività e l’appetibilità della pastura e degli inneschi. È bene precisare, che gli ACTIVE LIQUID, essendo tutti PVA Friendly, possono anche essere inseriti direttamente nei sacchetti di PVA e vi posso garantire che, anche in caso di apatia alimentare (ovviamente dovuta al periodo freddo), stimoleranno il pesce ad alimentarsi ed abboccare alle nostre esche. Un altro articolo da me utilizzato, per una pasturazione “mirata”, è il VULCAN STICK MIX che è un prodotto “rivoluzionario” e viene commercializzato in confezioni da un chilogrammo. Per la sua preparazione è sufficiente, mescolare tra loro i componenti che si trovano all’interno della confezione, inumidire con prodotti PVA Friendly ed impastare il tutto per creare lo stick da abbinare al terminale. Il VULCAN STICK MIX una volta in acqua, sfruttando l’effetto degli elementi che lo compongono, crea sul fondale e tutto attorno ad esso, una zona attrattiva persistente con un raggio d’azione veramente “impressionante,“ tanto da interessare anche lo strato d’acqua superiore all’esca. Una volta preparati ed agganciati ai terminali, possiamo cospargere gli stick con uno dei prodotti da me preferiti e più precisamente con lo SPIDER POWER DIP, creando così una composizione assolutamente efficace, tanto da poterla definire positivamente “devastante”. Possiamo prendere in considerazione, anche il tradizionale stringer, con boilies tagliate a metà, che andrà opportunamente agganciato al nostro terminale. Una volta scelta, a nostro avviso, la strategia migliore e preparato il tutto, è importantissimo effettuare i lanci delle nostre lenze sugli spot, precedentemente individuati, con una precisione assoluta. Per quanto riguarda invece la pesca e relativa pasturazione nel sotto riva (marginal), i prodotti ai quali mi affido, oltre a quelli visti in precedenza, sono le pellets, le particles e i method mix. Questi prodotti, in particolar modo le pellets e le particles, sono molto leggeri e friabili e si possono lanciare con la fionda o con il cucchiaione; motivo per il quale, sono indicati per la pasturazione nelle sessioni di pesca sotto riva. Per quanto riguarda il method mix, il prodotto che prediligo è sicuramente il PULSAR METHOD MIX, studiato accuratamente da FBI BAITS, per dare la massima resa nell'immediato, grazie a una delle sue caratteristiche principali, che è quella di avere un’elevata capacità attrattiva. Questo straordinario prodotto, molto versatile per una moltitudine di combinazioni nel suo utilizzo, è stato ideato a seguito di quelle che erano le esigenze e le necessità dei vari Field Tester FBI Baits. Il PULSAR METHOD MIX, è un prodotto pronto all’uso, infatti, è sufficiente aggiungere la giusta quantità d’acqua, in funzione della consistenza e dei tempi di scioglimento che vogliamo ottenere. Chi mi conosce bene, sa che amo personalizzare i prodotti che utilizzo nelle mie sessioni di pesca e quindi, anche per la preparazione del Method Mix ho ideato una mia “ricetta “; sciolgo in 800 ml. d’acqua, circa 30 ml. di ACTIVE LIQUID con un aroma a “piacere ", aggiungo, inoltre, pochi ml. di olio essenziale, una manciata di sbriciolato di boilies assieme a 100 grammi di pellets e un chilogrammo di PULSAR METHOD MIX. Passo poi, all’impasto dei vari componenti e lascio riposare il tutto per alcune ore, in modo che l’impasto si amalgami nel migliore dei modi. Quando l’impasto è pronto all'uso, possiamo applicarlo agli appositi piombi e/o procedere alla preparazione di vere e proprie “palle” di pastura (con dimensioni simili ad una pallina da tennis), che saranno poi lanciate in acqua, vicino ad ogni terminale, in un numero massimo di due per spot di pesca. Ho deciso di personalizzare la preparazione del method mix, per dare all’impasto un'impronta organolettica di mio gradimento e per gestire il potere attrattivo dello stesso, in funzione del posto e alle necessità di dove si svolge la mia sessione di pesca. Prima di chiudere questo capitolo, frutto di osservazioni ed esperienze personali, che ritengo molto importanti per le sessioni di pesca invernali, vi ricordo che essendo il periodo più freddo dell’anno, è bene per i motivi già visti, che la pasturazione sia fatta con l’intento di attirare le carpe nelle aree da noi “controllate”, per costringerle ad abboccare al nostro innesco. Ecco perché dobbiamo ridurre e dosare meticolosamente la quantità di pastura, con il fine di evitare di “sfamare” le carpe con il conseguente disinteresse per il nostro innesco.
Bolies, mix e particles
Facendo un’attenta analisi, del panorama boilies e mix, dopo vari test sul campo, ho deciso di affidare il buon esito delle mie sessioni di pesca, principalmente alle boilies Ready Made, tipo le Gold Cherry, le Nuts, le 666 oppure X-File. Per quanto riguarda i mix, la mia preferenza è per quelli pronti all’uso, tipo: Birdfood, Fruit e Spice mix che sono prodotti e commercializzati da FBI BAITS. La scelta di utilizzare i mix pronti, non è solo perché il tempo che ho a disposizione è sempre poco, ma anche e soprattutto perché, i mix già pronti sono correttamente “bilanciati” sotto tutti i punti di vista. Sono sapientemente realizzati con materie specifiche, certificate e di primissima qualità, che rendono questi prodotti speciali e unici nel loro genere. Infatti, ogni mix di casa FBI BAITS, ha superato le analisi e le prove più severe, nei laboratori accreditati, in modo da poter garantire che i prodotti finali siano altamente performanti e di indiscussa qualità. All’interno dei mix, infatti, sono presenti: “attrattori, “stimolatori” e altri prodotti, il tutto correttamente addizionato e bilanciato, con il fine di ottenere un eccellente mix. Per poter impastare correttamente questi mix, è ovviamente necessario aggiungere una parte liquida. Giusto per dare un’idea, per ogni Kg. di mix si possono aggiungere circa 800 grammi di uova, 75 ml. di mega preserver, alcune gocce di aroma e/o olio essenziale. Personalmente preferisco usare aromi e/o oli, che mi piace definire "pungenti", tipo: spezie, aglio, ananas e agrumi in genere, che sono sempre riusciti a “stuzzicare“ l’appetito delle carpe, anche nei periodi invernali caratterizzati da temperature molto rigide.
Per quanto concerne la dimensione delle boilies, fortunatamente nel periodo invernale, vista la quasi totale inattività di quei pesci definiti minutaglia e che sono i primi ad arrivare sui nostri inneschi, possiamo tranquillamente usare anche quelle con piccolo diametro, tipo 8-12-14 millimetri.
Il buon senso del passato, per il quale era meglio utilizzare le piccole esche nelle sessioni di pesca invernali, sta trovando solide conferme dagli ottimi risultati ottenuti in questi ultimi anni, con il loro utilizzo. Il fattore dimensione boilies, in inverno, riveste un ruolo di fondamentale importanza, perché le carpe a causa della temperatura dell'acqua più fredda, non sono nel pieno della loro attività e quindi anche la loro aspirazione è molto ridotta, rispetto alle stagioni più calde. È facile capire, che utilizzando boilies piccole e/o leggere, ci sono maggiori probabilità che il nostro innesco, possa essere aspirato con facilità. Ho ottenuto, infatti, i migliori risultati, utilizzando boilies alleggerite (H-72) o pop up da mm 14/20 ed anche con doppio innesco pop up realizzato con boilie da mm 8. Da una statistica fatta posso dire, che gli inneschi alleggeriti o pop up, in entrambe i casi con un peso ben bilanciato, sono sicuramente i più catturanti, perché oltre ad essere molto leggeri e quindi facili da aspirare, trovandosi in una posizione sopraelevata e dominante rispetto alla pastura, esercitano un maggiore potere attrattivo e quindi sono i primi ad essere aspirati. Ricordatevi, in ogni modo, di rafforzare sempre, senza eccedere, il potere attrattivo della vostra esca d'innesco, con prodotti come ACTIVE LIQUID o gli SPIDER POWER DIP. Per quanto concerne, invece, l'utilizzo delle granaglie, mi affido alle mini particles e nello specifico ai semi di canapa.
Tecniche d'innesco dei semi di canapa
Per l’innesco delle mini particles, è sufficiente ricorrere all’utilizzo del Bogey Particle Fixer, prodotto dalla Kryston, oppure della calza di nylon (collant). Per quanto concerne l’impiego del collant (vedi disegno “A”), le fasi di preparazione sono le seguenti: prendere un piccolo quantitativo di particles ben cotte ed asciutte ed un pezzetto di calza (fase 1). Avvolgere le particles, con la calza e compiere una rotazione (fase 2), in modo da “comprimere” il tutto, fino a raggiungere una forma sferica. Bloccare la parte stretta della calza (sotto le particles), con della colla e tagliare la parte in eccedenza (fase 3); abbiamo così ottenuto un perfetto innesco affondante. Realizzare gli inneschi pop-ups con questa tecnica è molto difficile, ma non impossibile; sarebbe sufficiente in ogni modo mettere una cork ball (pallina di sughero) o del materiale galleggiante, all’interno della calza, assieme alle particles, ma rischiamo di compromettere il bilanciamento dell’esca e di conseguenza l’efficacia dell’innesco, perché non riusciremo a distribuire equamente le particles, sulla superficie del materiale galleggiante. E’ consigliabile quindi, realizzare gli inneschi di mini particles pop-ups, utilizzando il Bogey, che è un collante “gommoso” di colore trasparente. Vediamo ora le fasi di preparazione dell’innesco pop-up (disegno “B”), dove vedremo anche un piccolo accorgimento per aumentare il potere “adesivo” del Bogey. Prendere una cork ball ed una piccola quantità di Bogey (fase 1), avvolgere la cork ball con il Bogey, fino a raggiungere uno strato avente uno spessore di almeno tre millimetri ed “arrotolare” il tutto, in modo da ottenere una forma perfettamente sferica (fase 2). Avviciniamo ora la pallina ad una fonte di vapore, per un tempo massimo di circa trenta secondi (fase 3), in modo da rendere il Bogey più gommoso ed “appiccicoso”. A questo punto ricopriamo manualmente con delle mini particles la superficie della pallina (fase 4), facendo particolare attenzione a non lasciare delle parti libere. Il Bogey può essere anche utilizzato per la realizzazione d’inneschi affondanti, l’importante è non impiegare la cork ball, nelle fasi di preparazione appena viste. E’ chiaro che la dimensione finale dell’innesco ottenuto, dipende dalla quantità di Bogey utilizzato e/o dalla grandezza della cork ball. Tutti gli inneschi sopra descritti potranno essere vincolati all’hair, come una classica boilie. Continuiamo a scrivere la storia assieme, rimaniamo in contatto....... TIGHT LINES
THE BEST IS YET TO COME.